Post

Visualizzazione dei post da aprile, 2018

La lingua, la fuga e la salvezza

Immagine
Credo che questo in cui vivo sia un paese pieno di pericoli, le case un inferno. La gente continuamente in fuga. I bambini in cerca di protezione, i beni costantemente esposti a rischi. Eppure in apparenza è un paese normale: un grazioso e curato centro storico, morto come impone la moderna civiltà del mall, silenziosi quartieri residenziali, con case cresciute a casaccio, privi di servizi al punto giusto, un bel parco senza bambini che giocano, le chiese, le scuole, i capannoni vuoti nelle zone industriali, con l'erba che cresce alta. Insomma, un paese come tanti, e si potrebbe star bene. Ma poi sento la gente parlare, e c'è qualcosa di strano, qualcosa che non ho mai visto altrove. Ascolto, e resto incerta  di fronte a quelle che mi paiono le due uniche possibilità: o la viltà è generalizzata quanto il pericolo, o è tutta una galera, con un piano per l'evasione dettagliato e vigilanza inefficace. La gente scappa. I bambini scappano da scuola, gli adulti scappano dall

souvenir

Immagine
dove si parla, ma poco, di caviglie sottili e piedi gonfi, di donne e uomini, di tradizioni e miti, di oggetti e pensieri Ora tu mi aiuterai a capire. E cerco di aiutarti ad aiutarmi, fornendoti un po' di materiale. Sono, ma forse questo già lo sai, una signora di mezza età, semplice se non dimessa, tranquilla, mai avuto grilli per la testa. Poco decorativa e poco decorata, minute dimensioni. Partendo dal basso, piedi piccoli, caviglie sottili polpacci forti. E tanto basta, per il caso specifico su cui chiedo aiuto. Metti il caso che hai un vecchio compagno che fa frequenti viaggi in India dai quali mi riporta, in segno di affetto e di attenzione, tipicità locali. Il te di  Darjeeling, le spezie impacchettate in pezzetti di giornale e legate con molti giri di filo da imbastire e le pezze, di seta, cachemire e cammello.  Stavolta ti compro un gioiello! Un gioiello? A me?  Che ne pensi?  Scarta le altre ipotesi, gli sono avanzate molte rupie. Mi porterà una cosa indi

Persone e gas: flatulenze mediatiche

Immagine
Tossico, te lo dico subito, la parola di oggi è questa. Da dove mi viene? Dalle riviste femminili, di cui sono appassionata quanto saltuaria lettrice. Le leggo proprio, da cima a fondo, non guardo solo le figure con le modelle che sembrano tutte delle tossiche, a fare il broncio alla Bardot, ma quello era il capriccio di una che scoppia di salute, queste sono incazzate e triste, con quegli occhi (smookye, si dice così?) che non hanno niente da guardare e indossano abiti che non capisco. Non è un problema: nella mappa  degli stili di vita dei guru del marketing io mi riconosco nella categoria delle "appartate" (risorse limitate, vita sociale inesistente...). So che le figure non sono per me, non devo capire e non capisco, ma leggo gli articoli. Le storie di noti che ignoro, che hanno sempre tratti umani interessanti e così comuni, figli, amori, lavoro e salute, ma anche storie di grande impegno sociale, di riscatto, storie di donne, storie di luoghi, o di viaggi, tipo

Le cose in sospeso: la Cannibala, Gadda (del gatto nient'altro da dire) e una domanda

Immagine
Non si lasciano le cose in sospeso. Ovvero. A Napoli si lascia il "caffè sospeso" ovvero quando sei di buon umore al bar lasci un caffè pagato per chiunque ne faccia domanda, bisognoso o scroccone non importa, è un piccolo gesto fatto con animo leggero. Altre cose si lasciano in sospeso sperando che si aggiustino da sole, o che si possano dimenticare e andare oltre. Spesso va bene, lo posso assicurare, propugno la prescrizione breve per il dissidio familiare o amicale, è poi così importante giungere a verdetto? La pace interiore ne guadagna. Ma un'etimologia non si lascia in sospeso e ieri qui  parlando di Cannibali e cani ero quasi quasi arrivata al punto Gadda e mi sono fermata. Per una che scrive un blog di parole Gadda è come una caramella frizzante, ti esplode da tutte le parti, ti sorprende, ti frastorna e ti mette allegria. Esplode da tutte le parti, e così c'era il cane nella famelica Cannibale, e c'era, perdonate, l'attrezzo da lavoro del caraibi

La Cannibala il gatto e Carlo Emilio Gadda

Immagine
Confidando nella mia cultura da telequiz, mio figlio mi domanda: ma cannibale si usa solo per definire l'uomo che mangia un altro uomo o vale pure per qualunque animale che mangia un altro individuo della stessa specie? Rispondo. Quando abitavamo in campagna avevamo dei gatti, venuti dal niente, in numero variabile. Le gatte figliavano. La povera Titina, rustica, diffidente, secca e bianca gialla e nera, prosciugata e sformata dalla gravidanza saliva con grande pena su un pino storto dal vento e partoriva lì sopra, per difendere i cuccioli da un feroce e zozzo gatto alieno che in quelle occasioni si presentava per mangiarsi i piccoli. Quando aprivano gli occhi e si muovevano, ogni tanto qualche micetto cadeva dall'albero , come una pigna aperta, e restava a terra acciambellato; Titina scendeva, lo prendeva in bocca e lo riportava su, al sicuro. Li ha sempre salvati, nessuno s'è mai rotto l'osso del collo e il zozzo non li ha mangiati, anche perchè, capita (e vista, c

La puerpera - etimologia e storie di famiglia e di paese

Immagine
Avevo un cugino grande (ce l'ho ancora, ma questo è un ricordo d'infanzia), un geniale e fanfaronesco affabulatore che ci intratteneva, bambini, raccontandoci Canne al Vento. Noi capivamo che era tutta una traggedia, ma ridevamo come pazzi del povero Efisio e delle sorelle nere. Si sposò, mio cugino, un donna paziente e divertita. Quando figliò, la sfotteva, chiamandola puuuerpera, e lei effettivamente faceva la puerpera, standosene a letto, camicia da notte con lo sprone ricamato e liseuse pastello di lana pelosa all'uncinetto. Che la parola del giorno è per l'appunto "puerperio", dato che mi sto un po' fissando sui discorsi intorno al corpo delle donne, se sia un bene individuale o sociale, su chi ne abbia la disponibilità e il controllo, e, ditemi se è una bestemmia, caratteristica prima di esso corpo, e sto parlando di corpo, è di essere generalmente predisposto alla figliazione. E così, senza idee o opinioni, ma guardando, cercando e ascoltando, mi

I tulipani e la Pasquetta, forse. Con etimologia, certo.

Immagine
Io dico che mi ricordo tutto, ma mica è vero, e se lo fosse sarebbe inquietante. Solo per trovare un pretesto al mio racconto, quindi, faccio coincidere con la Pasquetta la scampagnata che ti racconto, ma poteva essere un 25 aprile, o un 1 maggio, o una qualunque domenica di primavera, non fa differenza. Non facevamo la grigliata,al pic nic,  perché  lo sai che io sono buonissima, ma detesto gli scemi, e tutte queste cose che si sentono, di solito da scemi buonissimi non ci hanno niente a che fare, sui diversamente abili o "diversabili"  che è il modo petaloso di dire handicappato, mi fanno alquanto alterare, e no, se non ci vedi puoi mangiare lonza e pecorino, giocare a carte, visitare musei, buttarti col parapendio con l'istruttore,  ma non puoi giocare a biliardino e non puoi fare la grigliata, che alla fine non è tutto 'sto che, o la fa qualcun'altro per te o fai un'altra cosa. (Credo però che il motivo vero per cui noi non si faceva la grigliata fosse

Il momento più brutto del viaggio - e un'incerta etimologia

Immagine
Se mi  stacco  da te, mi strappo tutto Se mi  stacco  da te, mi strappo tutto Ma il mio meglio (o il mio peggio) ti rimane attaccato, appiccicoso, come un miele, una colla, un olio denso. Ritorno in me, quando ritorno in te (e mi  ritrovo  i pollici e i polmoni). Tra poco atterro a Madrid: (in coda qui all’aereo, selezionati miei connazionali, gente d’affari, dicono numeri e numeri, mentre bevono e fumano, eccitati,  agitatamente  ridendo). Vivo ancora per te, se vivo ancora. Edoardo Sanguineti Sempre, quando parti qualcosa di te resta. Resta a chi resta e manca a te che parti. Non piaceva partire, al poeta?  Non lo so, lo cito perchè mi piacciono gli ultimi versi,  perchè mi fa specie ripensare ai viaggi quando, in coda all'aereo si fumava, compreso lo steward ( dall’antico inglese  st ī weard , composto di  st ī  «recinto, casa» e  weard  «guardiano») Alitalia che parla romano stretto - quello non è cambiato, se non n