La Maestra e Magherita

A volte mi trovo in difficoltà.
Sono qui che penso di mostrare ai miei venticinque lettori i vantaggi della sdrogiaggine, ma non riesco a trovare una credibile etimologia del termine.
La sdrogia, come ti dicevo, è la donna sciatta e disordinata nel vestire e nel comportamento. Credo che all'origine preminentemente ci si riferisse ai costumi sessuali di donne miserabilmente, disordinatamente e rabbiosamente disponibili, poi essendo grande il disordine sotto il cielo (la situazione dovrebbe essere eccellente, ma non sembra) il significato è slittato ad indicare il disordine personale sia al femminile che al maschile (ma femminile si nota di più, che lo sguardo è più critico).

L'etimologia mi è ignota, ma ne discutiamo (abitudini pericolose). Secondo il madrelingua convivente potrebbe derivare da o perlomeno richiamare "sdrucita" ed in effetti le cuciture di una sdrogia  (anche in un senso lontanamente metaforico) sono spesso allentate, consumate, a volte cedono per la tensione indossando ella abiti che risalgono a un'epoca precedente la stasi linfatica che gonfia le braccia ed il crollo ormonale  che gonfia la pancia (che il passare degli anni è tutto un ginfiarso o afflosciarsi - a volte le due cose insieme, e se sei sdrogia naturalmente si nota di più) e gli orli pendono, o salgono quando la sottana si appiccica dietro le gambe, ma questa non è questione di sduciture.
Certo l'ipotesi etimologica è interessante, ma non convincente, così come quella che propongo io, che le lingue non le so, ma ho sentito che nei paesi dell'Est, Russia, Polonia (e delle truppe polacche a Castello buonanima di mio suocero mi parlava sempre, così m'è venuto in mente) o che so io, drogi/e/a significa strada, e la sdrogia è abbastanza una donna di strada, non nel senso brutto che sembrerebbe immediato ma io ripudio, ma nel senso che casa o strada per lei non fa differenza, esce in ciabatte o rientra in cappotto e non se lo leva, scansa un mucchio di roba e si siede a leggere sul divano, senza pensare ai piatti sulla tavola dalla sera prima, che la lavastoviglie è piena e lei (io, l'hai capito ) odia svuotare la lavastoviglie. Ma i dettagli te li racconto dopo, che ora penso all'etimologia.
In Trentino c'è Dro, ameno comune dove puoi andare in bicicletta, i cui abitanti se non droensi, si chiamano sdrogi. E anche in un dizionario del dialetto trentino ho trovato sdrogio come sciatto. Io a Dro ci sono stata, era tutto lindo e coi gerani, ma chissà, rivalità campanilistiche, storie di paese ....
(ultime elezioni politiche, 3634 elettori per la Camera dei Deputati, 5stelle oltre il 34%, Lega oltre il 17, PD sotto il 17, orìttima affermazione della Lorenzin - che sia una sdrogia? - oltre il 4%).
Insomma, l'etimologia non la so, ma so bene cosa significhi essere sdrogia, lo rivendico e intendo illustrarne i vantaggi.
Il primo e non indifferente è di ordine economico.
Tu prendi le scarpe. Le donne, pare, sono fissate con le scarpe. Ci sono un sacco di dotte spiegazioni sul perchè "Le scarpe sono una maniera inconscia per migliorare l’immagine di se’ senza richiamare attenzione sul proprio corpo: quando il corpo ideale minaccia l’immagine di se’, si cerca di affermarsi con accessori a parti del corpo non direttamente connesse con la propria immagine fisica"
Puoi scomodare Freud, il feticismo (se ti interessa l'argomento, leggi Tanizaki, che con la sua fissa per i piedi turbò la mia acerba adolescenza di lettrice), ma è furbo marketing, per me. Le scarpe. Non è che ad ogni cambio di stagione una donna media si compra Jimmy Choo, ma a star stretti 3-400 eur all'anno alla sdrogia le restano in saccoccia, e al contempo ne guadagna la salute, che saranno gradi firme, saranno belle da impazzire (?) ma guarda tacchi cinturini e punte strette come riducono i piedi di gente che si cura per mestiere.
Sia lodata la zandola sdrogia, la ciabatta, il tronchetto comodo che umilia i polpacci ma accoglie la caviglia , la scarpa coi gambetti laschi (e qui ho dovuto studiare il glossario tecnico delle calzatiìure per sapere come si chiama la parte coi buchi per le stringhe). Che a una sdrogia i piedi le fanno un po' male a prescindere, e già non pensa a cosa indossare, figurati le scarpe, e sui trampoli proprio non ci sa stare.
Un vantaggio economico, Ma la sdrogiaggine è uno stato mentale, una qualità dell'anima, non una questione economica.Ho visto sdroge con villa e gioielli che manco Maria Santissima della Visitazione e la sottoveste col pizzo sdrucito pendente fuor dell'orlo della sottana e che avevano cucine come un Parlamento bivacco di manipoli di gatti e, per contro, dignitose povertà, come orribilmente si dice.
Non è una questione di soldi. Di consapevolezza, forse. Mancata, se sei critico e credi che una sdrogia non si renda conto di essere ridicola, persino sgradevole nella sua trascuratezza. Affermata, a volte: de minimis non curat. A proposito. Ho trovato un blog della Bignardi che parla di Margherita Hack, descrivendola, pur ignorando il termine che le avrebbe risparmiato molti giri di parole, come una sdrogia. Ma, afferma la Daria, ho visto le foto, era "anche" bella! Sta lì a scusarla, a cercare di rassicurarci di fronte al disagio del suo aspetto. Ma ti pare? Ora non dico che in ogni sdrogia ci sia un'astrofisica nascosta, o una maestra del libero pensiero, ma libertà sì, magari grezza, allegra o rabbiosa secondo il carattere. E poi magari questa qualità, questa assoluta noncuranza per le cose esteriori o fatuamente piacevoli (non per altre forme d piacere, naturalmente) veramente, può liberare tempo ed energie per elevati pensieri, se uno ce li ha (ma mica è un obbligo). Che poi la sdrogia sia pure pigra, o dispersiva sarà pure statisticamente rilevante ma non univocamente identificante. Se poi a una Hack ridanciana e umorale coi gatti e la maglietta stinta mi contrapponi una Montalcini rigida come un plissé di Roberto Cappucci e con l'impalcatura in testa, io, ammirata, ti rispondo che c'entra, il mondo è complesso, mica è tutto indiani e cow boys, i nuost' e i vuost' delle guerre degli scugnizzi o del dibattito politico.Io parlo di una cosa, adesso, e ne cerco i vantaggi, anche se mi disperdo (sdrogia) e non li dico tutti. Per il resto apriremo un dibattito, che io i temi li sfioro soltanto, come mi vengono in mente.
Ma se trovi una sdrogia rilassata e rilassata e (un po') disciplinata hai trovato una buona compagna, una buona compagnia.
Ok, Margherita l'ho detta, ma la maestra?
La maestra ci insegnava a non essere sdroge: ci faceva stendere le mani sul banco e controllava le unghie e "cos'è, t'è morto il gatto?" ci diceva se le vedeva nere, listate a lutto. Ancora oggi faccio il giardinaggio senza guanti, mi guardo le unghie sporche di terra, e penso a lei. Mi sciacquo le mani (le unghie rimangono nere) e mi leggo un libro sul divano. Stasera te lo racconto. Per terra pulisco più tardi. Sdrogia.




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