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Visualizzazione dei post da maggio, 2018

La mosca è un animale fastidioso.

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La mosca è un animale fastidioso. Ti gira intorno alla faccia e non riesci a cacciarla se non per un attimo, o ti si posa sui piedi, che esplora con quella sua schifosa proboscide. Assaggia la tua frutta, o qualunque cibo lasciato incustodito. Ho visto palette schiacciamosche in immacolate case signorili; non c'è niente da fare, è una battaglia persa. Ho visto la carta moschicida appesa a spirale al soffitto in zozze case di campagna, nera di insetti agonizzanti, non c'è niente da fare, è una battaglia persa. La mosca è un animale fastidioso. La situazione è fastidiosa, ed in evoluzione. In napoletano ci sono due parole, per esprimere due modi di provare fastidio: sfasteriato o sfasteriuso la prima significa che non si può più sopportare uno stato di cose, si è colmata la misura e basta, bisogna cambiare, mi sono scocciato, la seconda invece indica un nervosismo intollerante, un'apatica insoddisfazione, un'annoiata e indiscriminata insofferenza. Se una mosca ti

Etimologia e numeri: la pars destruens - un post politico

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Non scrivo mai di politica avendo posizioni ideologiche e idealistiche da zerovirgola tutt'altro che argomentate e interessanti. Di finanza so solo che per qualche errata profilazione spesso mentre giro il sugo che non si attacchi i telefona qualcuno con ottimo italiano e forte accento straniero proponendomi fondi investimenti e affari che con gentilezza rifiuto nonostante l'indisponente insistenza del proponente. Mettici pure la pigrizia, e l'interesse preminente per le futilità e vedi che non posso mai fare un post politico. Leggo però le altrui opinioni e talora ne condivido la pars destruens, che di construens ahimé poco vedo. Qui sotto a titolo di esempio condivido e cito un intervento del riflessivo attento e bilioso Galassi, che se ti piace l'invettiva ed è un eufemismo lo trovi  qui  (e se non gli piace essere citato, alla peggio mi dedica un'invettiva). Se hai la pazienza di leggerlo (e se leggi me l'avrai sicuramente, essendo il suo assai più linear

Altrove, molto più lontano della notte

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Dove di parla di giovani e giovanezza o giovini e giovinezza, mettiamoci d'accordo, che non è possibile che gli allotropi ci sembrino alternativamente desueti; se vuoi la giovinezza accetta di essere giovine, anche se ti suona vecchio, se preferisci essere giovane, goditi la tua giovanezza, e sii coerente, che diamine. Ci sarebbe pure la giovenezza, ma quella la diamo per perduta davvero, che ormai certi versi del quattrocento neanche più a scuola si leggono. Amore, o giovenezza, o la natura Fan spesso altrui ne l’ira esser leggiero.         Tienili comunque per buoni, questi versi, dopo l'etimologia ne riparliamo. E allora, già che parliamo di gioventù (che se il nodo non si scioglie, si taglia con la spada, e pazienza per lo spago), fatti guardare negli occhi, per vedere se brillano per la dolcezza dei ricordi o se si appannano, velati di rimpianti e disillusione. Hai preparato i fazzoletti? Perchè non aspettarti consolazione. Non ti seguirò, l'accelerazione de

Il figlio del soldato

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"Gli ha comprato un fratellino!" "Ha comprato un bambino!" Sentivo questa signora del nord parlare così di una donna che aveva partorito. Ma io sapevo che i bambini non si compravano belli e fatti, ero tanto ingenua quanto sicura, i bambini uscivano da quel buco che le mamme hanno in mezzo alla pancia. L'ombelico (che se no che cos'è e a cosa serve?). Quando  è pronto l'ombelico si dilata e il bambino viene fuori di là (perchè l'ombelico lo avessero anche i maschi, non ricordo di essermelo mai chiesto). Ma comprare non si comprano, pensavo, e mi infastidiva l'espressione. Credeva forse la signora del nord che siccome ero piccola non sapevo niente? Ho poi scoperto che si dice così, comprare, senza allusione ad alcun commercio che non sia quello carnale, in molte parti d'Italia e ho anche scoperto che non si nasce dall'ombelico ma attraverso apposito canale o, se è sabato, da un piccolo taglio orizzontale in zona pubica, che non c'è