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Visualizzazione dei post da novembre, 2018

Maccheroni: il lavoro, l'ozio e la beatitudine.

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L'Italia si regge sulla pasta: Il fatto che un piatto di pasta sia un alimento relativamente completo ed economico consente alla maggior parte degli italiani di poter avere un reddito di sussistenza anche con un salario irrispettoso e insufficiente per qualunque altra necessità e per qulunque altro regime alimentare. Una dieta di carne pesce e verdure non sarebbe economicamente sostenibile e già avremmo in piazza non giubbetti gialli, ma parnanze colorate. Eppure in un'Italia che si regge sulla pasta un altro modello sarebbe proponibile. Nel '700 il Conte d'Espinchal scriveva del popolo napoletano: "quando un lazzarone ha guadagnato le quattro o cinque monete che gli bastano per comprarsi i maccheroni, non si preoccupa più del domani e smette di lavorare" E comincio a citare Bertrand Russell, mica un Recalcati qualunque, che nel suo Elogio dell'Ozio del 1935  - ma con una spolveratina è perfetto anche oggi - scrive "Io penso che in questo mondo si

TEMPI SUPPLEMENTARI - competenza e concorrenza

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Nella competizione, c'è chi sgomita facendosi forte di una supposta competenza, gridando "mi compete, mi compete!" Sono gli stessi che sempre corrono e urlano "io me la prendo io la responsabilità, io sono una persona responsabile!" Eh,no caro, tu sei responsabile! E' tua la responsabilità! E' così che funziona o non funziona, le parole sono le stesse, ma non uguali (competenza linguistica? lasciamo stare) E al competente sta volta non gli compete, che ha la responsabilità di quel che è successo. A lui la scelta: o incompetente, o irresponsabile o in mala fade, portatore di interessi altri. Purchè già che corre, faccia uno stop and go, e salti un giro, per autocritica e autocoscienza  - con le donne in prima fila più per l'autocritica che sull'autocoscienza hanno già dato ottenendone un surplus di autoreferenzialità (ma come sempre è un'altra storia - un po'). Che tutta 'sta competenza - e competizione - che c'ha a vedere c

L'agente, l'oculista i vignaroli e il ministro competente.

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Per vent'anni ho fatto l'agente di viaggio. Una delle prime regole che si imparano, se sei un agente di viaggio, è di non rivelare MAI qual è il tuo mestiere, che tutti vogliono/vorrebbero o hanno viaggiato e tutti, sempre, hanno qualcosa da domandare o raccontare. Insomma a tutti gliene va di discorrere. Meno che a te, che non vuoi dare consulenze gratis e non vuoi ascoltare le chiacchiere che ascolti tutto il giorno alla tua scrivania. E' un mestiere in cui ci devi vedere bene. Non per scrutare i panorami del mondo o le macchie sulla moquette di hotel che devi eventualmente consigliare, ma per riuscire a distinguere se nell'arcaico schermo blu dei sistemi di prenotazione in quella data riga - e già le righe ballano - c'è scritto TK, KK, HK,  HX o un sacco di altre letterine, che non ti sto a spiegare, non è tutto expedia o ryanair, prova tu ad esaudire i desideri di poro nonno che prima di morire vuole andare a trovare la sorella a Charlotte NC, ma viaggia in car