La mosca è un animale fastidioso.

La mosca è un animale fastidioso.

Ti gira intorno alla faccia e non riesci a cacciarla se non per un attimo, o ti si posa sui piedi, che esplora con quella sua schifosa proboscide. Assaggia la tua frutta, o qualunque cibo lasciato incustodito. Ho visto palette schiacciamosche in immacolate case signorili; non c'è niente da fare, è una battaglia persa.
Ho visto la carta moschicida appesa a spirale al soffitto in zozze case di campagna, nera di insetti agonizzanti, non c'è niente da fare, è una battaglia persa.
La mosca è un animale fastidioso.
La situazione è fastidiosa, ed in evoluzione.
In napoletano ci sono due parole, per esprimere due modi di provare fastidio: sfasteriato o sfasteriuso la prima significa che non si può più sopportare uno stato di cose, si è colmata la misura e basta, bisogna cambiare, mi sono scocciato, la seconda invece indica un nervosismo intollerante, un'apatica insoddisfazione, un'annoiata e indiscriminata insofferenza.
Se una mosca ti tormenta sei sfasteriato o sfasteriuso?
Per l'intanto sulle mosche moleste mi sono documentata (del fastidio, già lo sai, darò etimologia al momento opportuno).
La mosca c'ha un sacco di occhi, non solo gli evidenti grandi occhi compositi (più distanziati nella femmina, più ravvicinati nel maschio - che in fisiognomica  "indicano un carattere insicuro e dipendente dagli altri, Occhi distanti denotano una personalità  equilibrata e aperta, piuttosto tollerante con tutti. Occhi molto lontani? Forse siamo un po’ ribelli, e ci teniamo troppo alla nostra libertà e indipendenza" (cit. dall'internet, una pagina pseudoscientifica a caso, che ci dimostra, come è d'uopo dire ai tempi del #METOO, che femmina è meglio) ma anche ben tre occhietti - ocelli - in mezzo alla fronte, che se lo vengono a sapere certi che dico io, altro che il terzo occhio, la meditazione i chackra e il bollo in fronte di cui già dissi qui, mi vanno a cercare energia e saggezza dietro al pollaio di Rita, quella della carta moschicida, che poi come santona ce ne avrebbe da insegnare, anche senza meditare troppo, e i suoi ravioli con le erbe di campo sono un'estasi mistica cui debbo pubblico omaggio (se non badi alle mosche) incomparabile con quella di altre erbe non ingerite ma aspirate dopo apposita combustione dai summenzionati cercatori di coscienza superiore, e sono pure quasi vegani, a parte la pasta all'uovo, ma l'uovo è di gallina felice (se non bada alle mosche, che sono fastidiose anche per una gallina). 

 Un'altra cosa ho imparato sulle mosche, e qui riferisco per la gloria maggiore del mio blog, che con l'etimologia il pubblico langue, in merito non tanto ai costumi sessuali (tranquilli e morigerati, d'altra parte una mosca campa un paio di settimane in tutto, al massimo tre, e più di tanto non può dare ...) ma, come dire, alla tecnica di accoppiamento, Il rituale di corteggiamento te lo guardi su Natgeo, essendo decennni che nessuno mi fa vibrare le ali e mi picchietta in testa non c'ho dimestichezza, a me interessa l'atto in se, non perchè ci abbia dimestichezza, ma perchè leggo di leggi che dovrebbero regolamentarlo che un po' mi inquietano e allora forse sarebbe meglio farlo come le mosche e se mi consenti vado di digressione, che poi la mosca è fastidiosa, la molestia è molesta e l'aggancio ci può stare comunque, ma la violenza, sia chiaro, è un'altra cosa, e come lo fanno le mosche te lo dico tra un attimo. 
Leggo dunque di una nuova legge di uno di quei paesi progrediti in cui i rapporti umani sono così sterilizzati e l'idea di indipendenza si è evoluta in una diffusa solitudine cosicchè i giovani si accoppiano solo se liberati o obnubilati da alcol e sostanze. Tale legge prevede che qualunque rapporto senza un esplicito consenso verbale o fisico sia considerato stupro. Ora al di là del fatto che, nella mia modesta opinione e scusandomi per l'espressione greve, permane una sottile differenza tra uno stupro e una scopata andata male o un fastidioso approccio, ci vorrebbe, perchè l'esplicito consenso sia veramente esplicito e scevro da fraintendimenti (soprattutto per le alterate percezioni che sono la premessa degli incontri dei nordici giovani disinibiti ma inibitissimi) ci vorrebbe la presenza di testimoni che sottoscrivano l'accordo, e che permangano presenti per tutta la durata dell'atto perchè uno/a dei contraenti potrebbe sempre cambiare idea in corso d'opera, qualora questa non si rivelasse di sua soddisfazione. I testimoni potrebbero essere eventualmente sostituiti da videoregistrazione (da conservare per almeno vent'anni) che tanto ormai le telecamere sono dappertutto, fatta salva la GDPR, normativa in tema di protezione e trattamento dei dati personali recentemente aggiornata come da Regolamento UE. 
Oppure si fa come le mosche,  che la parità non esiste, è sempre sbilanciata da qualche parte. Nell'accoppiamento tra mosche è la femmina a penetrare il maschio con il suo organo ovopositore che entra in contatto con lo sperma del maschio succubo con gli occhi ravvicinati. L'atto dura diversi minuti e poi ciascuno per la sua strada. Basterebbe attrezzarsi.
Tutto questo divagare è sicuramente fastidioso, che il fastidio è il tema.
Senza noiosamente risalire troppo a ritroso, fastidio viene dal latino fastus + taedium orgoglio, disprezzo + noia, disgusto, una cosa un po' da stronzi, da snob perlomeno. Superbia et fastidium, diceva Cicerone, il disprezzo dell'arrogante. Fastidium era pure la nausea per il cibo, per l'aver troppo mangiato: una parola da satolli decadenti, per fortuna l'abbiamo addolcito, degradato a piccola seccatura. Questa dicono essere l'etimologia, ma a me sarebbe piaciuto venisse da fas + tedium che significherebbe "è lecito è giusto, ho il diritto di provare noia, disgusto". E di agire di conseguenza. Sfasteriato, non sfasteriuso, tornando alla lingua madre.
La mosca è un animale fastidioso. Istintivamente la scaccio.
La mosca è un animale fastidioso, ma se è una mosca cavallina -e ometto l'aneddoto dell'esperienza personale se no non finisco mai - non è fastidio è proprio dolore.
Ecco, il fastidio si può trasformare in qualcosa d'altro, può essere dolore, può essere rabbia, può essere un più alto livello di consapevolezza.
Non lo so, ma tu scaccia, o schiaccia, la mosca.


Commenti

  1. I nordici, a mio modestissimo (e tenero) parere, devono morire tutti, ma tra atroci tormenti, non che uno è nordico e muore e la finisci lì, se non rantola per una qualche dozzina d'ore non mi batsa, è poco, è insufficiente. Comunque. Mi diverte un parallelismo tra la tua dotta etimo sul fastidio alimentare, cito "Fastidium era pure la nausea per il cibo, per l'aver troppo mangiato", con analogo lemma del mio idioletto, quello di Paesello. Quando ero bambino, ora immagino sia desueta la cosa, il troppo mangiare era fonte non di fastidio ma di imbarazzo. L'indigestione era l'*imbarazzo*, avere mal di pancia *essere imbarazzato*. Me ne viene spontanea un'unione: quando leggo cose atroci come il contratto prima di scopare (senza neanche prevedere la forma scritta, che so, a mo di consenso informato che sigli in ospedale quando sei già disteso sul letto in sala operatoria!) mi infastico. Mi imbarazzo invece quando vedo file infinite di splendide giovinette e giovinetti scandinavi mettersi in fila con ottusa bava alla bocca per fare turismo sessuale in Asia, ignorandosi bellamente le une con gli altri o gli uni con le altre fosse, Dio non voglia, che tra una trombata e l'altra ci scappasse un sentimento, con la scusa che si è connazionali.

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    1. Io so essere più fastidioso di una mosca e già lo sapete. Francamente certe cose le faccio in allegria e più spesso che posso, o, almeno, finché reggo. E sul fastidio vedi sopra: primo.

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