La lingua, la fuga e la salvezza
Credo che questo in cui vivo sia un paese pieno di pericoli, le case un inferno. La gente continuamente in fuga. I bambini in cerca di protezione, i beni costantemente esposti a rischi. Eppure in apparenza è un paese normale: un grazioso e curato centro storico, morto come impone la moderna civiltà del mall, silenziosi quartieri residenziali, con case cresciute a casaccio, privi di servizi al punto giusto, un bel parco senza bambini che giocano, le chiese, le scuole, i capannoni vuoti nelle zone industriali, con l'erba che cresce alta. Insomma, un paese come tanti, e si potrebbe star bene. Ma poi sento la gente parlare, e c'è qualcosa di strano, qualcosa che non ho mai visto altrove. Ascolto, e resto incerta di fronte a quelle che mi paiono le due uniche possibilità: o la viltà è generalizzata quanto il pericolo, o è tutta una galera, con un piano per l'evasione dettagliato e vigilanza inefficace. La gente scappa. I bambini scappano da scuola, gli adulti scappano dall...