Buon Natale

"Buon Natale!"
"Tanti auguri anche a te, ma Natale è passato!"
"Passato? Com'è possibile che sia già passato, finito?! L'abbiamo atteso e preparato per mesi ed è finito così, in mezza giornata? No, no, Buon Natale!"
"..."

Ci ho messo anni a capire perchè non mi piace il Natale. Perchè passa subito.
Non che sia un pensiero originale, per carità. La maestra Ulisse ci faceva imparare le poesie (pure la Tomba nel Busento, che è crudeltà mentale, e ci ha deviato la mente come il corso del fiume, ma qualcosa di geografia - meno di storia - ci è rimasto in testa - i fiumi della Calabria a regime torrentizio. Leopardi tutto o quasi, nella fattispecie il sabato del villaggio, e ci prometteva di portarci a Recanati a vedere la casa, ma in quegli anni era chiusa - certo lo sapeva, lei - e non gliel'ho perdonato.

Perciò il bello dovrebbe essere il prima, come in uno spot del Campari, quando compri i regali su Amazon il Black Friday e poi manco più ti ricordi cosa hai preso per chi, o quando congeli la verdura i primi di dicembre (che io non capisco il gusto di mangiarsi nel cenone roba surgelata come quando fai tardi al lavoro) o addobbi l'albero a novembre, che arriva Natale e ormai non lo vedi, come una sedia o una crepa nel muro e manco accendi le lucine alla sera, o come la signora che l'anno scorso comprò un sovrano albero di Natale da 3 metri il 10 di gennaio, perchè era in svendita, con straordinario ottimismo, senza pensare che da qui a un anno si può pure morire  (e scarso senso degli affari, che mi immobilizzi il capitale senza vantaggio, erano in svendita anche quest'anno dopo i primi di dicembre, che tanto ormai tutti avevano fatto...)

Ma a me piace, piacerebbe, la festa,proprio la festa, che sia festa grande e che durasse. Tanto. Restate. Mi piace la durata, la lentezza, la ripetizione, persino. Ma che durino, le cose, non solo le feste. Non voglio il consumo veloce, non voglio il consumo.
Certo, mi godo il preparativo, cucino per un esercito che ormai si è disperso e si è perso, senza che nuove truppe abbiano riportato giovanile vigore alla schiera, e scateno il pacchiano del sobrio animo mio in addobbi e centrotavola raffazzonati a costo zero.
Non mi piacciono le candele,però, perchè sono una truffa, si consumano e non restano. Non capisco il motivo; se si chiama candela deve rifulgere pura, in una luce bianca e smagliante, scintillare candida appunto, come una luna sanscrita. Non sta scritto da nessuna parte che debbano rapidamente bruciare senza che resti neppure la cera colata, consumarsi così, in un niente, che neanche il tempo di una cena come si deve ed è tutto finito.
Non ce le metto più le candele, perchè duri.





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