Donne e motori (come se fossero) e qualche risentimento in sinonimo.

Quando ho cominciato con queste etimologie, facevo tutte belle parole; mi ricordo la leggerezza del levriero, l'allegria, la gentilezza, buone parole, buoni sentimenti e buone intenzioni. Poi, ti sarai accorto, l'aria è cambiata. Non io, io sono sempre zucchero e miele, col progetto di scrivere di affetto e amore, ma intorno, intorno tutti a ringhiare intorno al proprio pezzo d'osso, tutti a sparare sentenze prima che insulti,e speriamo che basti là, che già il Pansa, che speriamo più rincoglionito che esperto, ne teme un colpo di stato, o una guerra civile.
E così pure io, che tutta la vita non ho fatto che adeguarmi, esempio di frector et frangor, che la fisica e la vita lo prevedono, non dar retta ai detti, mi adeguo, distillo il mio astio e pur non richiesta ne do diffusione, moderata, limitandosi a quattro i miei lettori,  per contribuire al disagio da umido nelle ossa che quest'aria postpolitica, postideologica, postveritiera (con tutto un post che non significa dopo, ma ha più a che vedere con post di Facebook e tweet) diffonde.
Io penso, anzi lo penserò quando avrò tempo, o meglio ancora spero lo pensi articolatamente qualcun altro così che io possa semplicemente concordare, che bisognerebbe fare semplici ragionamenti prepolitici, logici e onesti, fiduciosi, se mi perdoni l'ingenuità.
Per l'intanto libero il mio astio contro chi politicizza, - con le solite quattro parole guida che veramente son cinquantanni che si gonfiano d'aria mentre i fatti e gli affarucci, si fanno senza parole in un altrove spesso frequentato dalle stesse persone - pure i giochi dei bambini, e le etimologie. E lo capisci che mi sto riferendo a una persona precisa. Si può provare astio per una persona che nemmeno conosci, di cui, per colpa di Zuck, leggi solo due righe (e di mestiere è scrittrice, di righe ne dovresti leggere molte di più per dare un giudizio)? Penso di sì, e vado a manifestarlo con la forza di cui sono capace, perchè non parlo alla persona, ma all'archetipo che così precisamente rappresenta. E' un così rimarchevole luogo comune che non posso non puntarle addosso i miei spilloni cme a una bambolina voodoo. Che mica fanno male, sono più agopuntura, per stimolare i centri nervosi, hai visto mai.
E poi, dai, se vuoi fare un'etimologia, mettici almeno una radice protoindoeuropea, se no non puoi proprio competere.
La sua etimologia era appartenenza, e se riesco a descriverti il personaggio capirai che per lei l'appartenenza è una cosa importante, appartenere all'aspirational class, che sarebbe la nuova elite micragnosa, ovvero quella che si fruscia di essere elite, ma si riconosce da sola, nella banalità dei consumi consapevoli, della genitorialità  studiata e esibita, nell'investimento in idee e benessere. Appartenenza, dice, significa risolversi nella partecipazione e io l'interpreto come partecipare a tutto ciò che mi rende riconoscibile come appartenente. La signora di cui parlo, che da ora in poi sarà identificata come Modello S (per la precisione sarebbe modello DS, come la mitica Citroen e sta per donnadisinistra, non proprio mitica, lei), perchè sia ancor più chiaro che non è nulla di personale, intende altro, e lo dico dopo.
Del Modello S. esistono, come della cinquecento, diverse versioni, dalla base alla Luxury, con possibilità di personalizzazioni estreme, come una 4X4.
Nella fornitura di serie ci sono ecologismo, femminismo, cura (di sé sempre, poi negli optional dei vari allestimenti, gli animali, compresi i porchi da compagnia, il Sud Sudan, la Siria ed esotismi vari il più lontano possibile, i bambini - per il Modello SM primiparattempata ciclotimica), partecipazione - sia diretta alla gestione della cosa pubblica - sia soprattutto come presenza, ad eventi più che a manifestazioni, visti gli ultimo numeri.
Ci sono anche, come le Barbie con il hijab, delle varianti territoriali, il Modello S romano è un po' diverso da quello milanese, sono sottigliezze, ma una donna le coglie e le apprezza.  Il cibo, per esempio, a cui il Modello S presta tanta attenzione, a Milano è manzo Kobe o Txuleton Basco, a Roma cacio e pepe e gricia, della tradizione, che costa pure di meno e l'allestimento romano ci bada al soldo anzichenno, soprattutto se si combina con l'allestimento pubblicoimpiego (che non ha limitazioni territoriali, comunque) .Il vegano è contemplato, e nel suo assolutismo non ammette variazioni. Certo a Roma resta il privilegio della puntarella, senza l'alice, per carità.
Come "esercizio di stile" riassumo in breve l'innocente scritto della signora, e poi ci lavoriamo, nella modalità astio on.
In una bella serata romana una signora col marito partecipa a un dibattito in un parco . La serata è ineressante e piacevole, i signori sorseggiano birra e sgranocchiano patatine, i bambini giocano. Al termine dell'incontro tornano a casa soddisfatti della bella serata.
Perchè l'astio, che, ti ricordo, è, da dizionario, "moderato" rancore -non eccedo, quindi, non è un dramma?
Se facessi copia incolla del suo testo, davvero sembrerebbe uno scherzo alla Queneau, e capiresti al volo, ma io devo farla durare, che rancore per etimo fa rancido, e più sta più irrancidisce, è marcio e sgradevole, è alterato. Certo, e artefatto. Mettilo al femminile ed è il Modello S. Perciò lo dico con parole mie (e con l'etimo suo e mio).
C'ho l'astio, che certo sotto sotto è pure invidia per le occasioni, per l'assoluta autoreferenzialità e fammelo dire lo stupido narcisimo con cui vive qualunque cosa (compresa l'accoglienza, con cui riempie la bocca, l'appartenenza, dice, l'altro mi appartiene).
E non è che io debba farmi curare perchè c'ho l'astio per una cosa minima successa il mese d'agosto a persona a me ignota, quando poi dal mese di agosto molte cose sono cambiate, no, io sono lenta e certe cose, certe maschere, certe parole non cambiano, da cinquant'anni a questa parte, e forse il primo rancio del rancore è da trovare in quegli anni, ma è una storia lunga....
Torniamo ai fatti cui si riferisce il racconto di MS (per brevità). C'era in una sera d'agosto in un parchetto di Roma un eminente filologo e linguista, ma proprio uno forte, che parlava di "Lingua italiana come cittadinanza". MS interviene all'incontro, ma non nel senso di prendere parte, partecipare attivamente (parente, la parola, di interesse) come magari ci piacerebbe credere e forse vuol farci credere, ma nel senso di trovarsi, esserci, accadere (parente di accidenti). Io pensavo ci parlasse dei contenuti dell'esimio prof, da Dante alla Costituzione, l'evoluzione e il valore delle parole, insomma, ho colto leggendo in giro, un interessante discorso, ma invece dalla descrizione di MS devo, con altrettanto interesse, scoprire che al centro della serata c'è stato quello che è il vero tema che eroicamente riesce ad unire una sinistra lacerata e dispersa. La birra sciacqua nel bicchiere di plastica. (certo, c'è pure l'antifascismo proteiforme, mica me lo dimentico, conosco il segretario dell'ANPI, la madre veniva a scuola con me). Per anni mi sono attirata strali sfottendo la sinistra radicale e rivoluzionaria, che giusto giusto faceva la rivoluzione della birretta al centro sociale (e le canne libere, ma dopo la rivoluzione - meglio anche prima -  te devi rilassa') e mo mi trovo la sinistra democratica liberale o quel che è (per brevità Lasinistra) con lo stesso bicchiere a vagare, per veder gente e fare cose. La birretta identitaria,  fonte di benessere individuale e collettivo e questo è l'importante. La biretta di MS, attenta ai dettagli, si accompagna alle patatine, che, nell'esegesi, mi rappresentano la trasgressione di un'aspirational class, sempre maniacalmente attenta al cibo - che dall'inglese leggi organic ogni tre parole, da noi biologgico a gogò, pure il latte di soia - che non mangia pasta e carne, ma carboidrati e proteine, e non mi da l'astio, mi fa orrore).
E infatti MS, che il discorso del professore è come la musica nell'ascensore e gli presta la stessa attenzione, tra appartenenza e trasgressione, si sente bene. Pure il marito, come dopo un amplesso con le candele profumate e due calici di vino mantenutosi fresco (non fare illazioni sulla durata, please) - e il professore fa il jazz - le dice: "Mi sento proprio bene in questo momento". A questo serve la pedagogia pubblica, a farci star bene, ciascuno e tutti Sembra quando telefonavo a nonna: "Ah no' state senza penziero! Stamm tutt quant bbuon!" Vero o no, che gli vuoi dire a nonna? O meglio sembra, se leggi - e ringraziami non ti dirò come e dove - MS quasi un'orgia alla Profumo, in quella piazza. Lei sta bene, il marito sta bene, tutti intorno a loro stanno bene. Oh cielo, e i bambini?
Tranqui, stanno bene pure loro, hanno nuovi amichetti acquisiti (sic), che ci sono gli amichetti, i nuovi amichetti, e i nuovi amichetti acquisiti,ed è chiaro che ad ogni passaggio aumenta la distanza e si scurisce il colorito, ma stiamo tutti bene e siamo accoglienti,marchiamo distanze e differenze per stare più bene e per essere più accoglienti, una sera al giardinetto, a casa no, che non c'è spazio e poi devi andare a danza, a inglese e in piscina. Ma non farmi perdere il filo, che i bambini sono puro accessorio per completare MS come donna, che l'ha vissuta, la sua maternità e ampiamente raccontata come esperienza unica e irripetibile (vallo a dire alla mia vicina catecumenale che di figli ne ha fatti sette, per ora, e c'ha le vene sgarate che non pompano più, e i figli li cura da seduta), anche se adesso tra quelle appena più giovani, ma aspirational pure loro, va abbastanza rivendicare il diritto alla non-maternità. Ok, bimbe, basta che passati i quaranta non ci ripensate, che poi ci costa dei soldi.
La lezione, dicevo. L'idea di andare a lezione le ha messo un'eccitazione che poi l'orgasmo di cui sopra è una facile conseguenza. E quell'ESSERCI a lezione, con birra e patatine unte controcorrente, traspare come un respiro pieno, come la certezza e l'entusiasmo di essere ancora e sempre la cultura, abbiamo pure visto dei film. Segno di un noi e un loro, e noi savasandir, siamo meglio. E non c'è bisogno di porsi domande. Elite culturale, aspirational, ma a cosa vuoi aspirare, sei solo una povera scema. Scema, se stavi a sentire l'ha spiegato pure il professore, per come l'usava Dante e come invece sei tu. S'è guardato intorno per scegliere l'esempio?
Così è trascorso il tempo tra gli ultimi banchi e le nuove lezioni: facendo cose, vedendo gente, cercando, sempre, di stare bene, nella consapevolezza di essere il meglio senza bisogno di dimostrarlo. Per chi è autoreferenziale è autoevidente. E ora è tempo di tornare a lezione, perchè la gente, la gente.... E' un sapesse contessa democratico, non so se mi spiego. Così negli anni, sono andati come tutti a Sharm el Sheikh, che detto fra noi costava di meno stare a casa, ma no come il macellaio di Casal Palocco che cerca allinclusive e animazione, no, a fare snorkeling e l'ascesa al monte Sinai, che ancora si poteva, e poi l'Oriente, che è mistico (e costa poco) ma poi, sai, con la bambina ... in Puglia (che il corso di pizzica nel curriculum non manca, è "popolare", in qualche senso del temine non sgradito), con l'appartamento, che è più pratico,  ma non lo so, troppo caos, oramai, meglio in Grecia, un altr'anno, ma a settembre... shhh il professore ha detto razza. stai a sentire.
 Che so fatti così, MS e sodali, sempre attenti alla lira (ma non te le racconto le cene a casa mia che ognuno porta il suo, la faccia è per lavorare di meno, ma la sostanza è per dividere la spesa...), ma solidali ed uguali, non era proprio così, ma uguali so' uguali, indistinguibili ...  Che mica so marci, ma un po' rancidini di vecchi ritrovati entusiasmi, e vecchie parole, prima messi da parte nell'euforia tranquilla della sicurezza, del disimpegno e dello sdegno delegato (di solito a un comico), dell'amico che ti può dare una mano, e poi ripescati come certezza di vittoria quando, ma appena appena, il poterino ha vacillato. E quando sento rancido, il mi faccio rancorosa. E c'ho l'astio, debolezza mia, che l'astio, senza radici indoeuropee, viene dall'antico germanico e significa (forse) lotta, contesa. E, dal mio piccolo, appartato cantone, io un po' le combatto. 
E domani faccio una bella parola, che l'aria è cambiata, se hai qualche idea, dimmela.


PS: Ho trovato un blog che classifica le birre distinguendo quelle di destra e quelle di sinistra. La Beck's, sponsor della serata è di centro.



Commenti

  1. Bella descrizione del mod. S. Astio mal indirizzato, in quanto assolutamente trasparente nella declinazione dei più svariati modelli sociali. Come la Beck's nel bicchiere di plastica, scialita. e lascia che stia bene, che più sta bene meno rompe i coglioni con le sue banalità.

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