rouge parfaite

Mi stanno veramente nel cuore le redattrici delle pagine beauty delle riviste femminili.
Vi rendete conto di che prova possa essere inventarsi tutte le settimane qualcosa da dire su un rossetto? L'inserzionista preme, ci vuole l'articolo, e che sia originale, stimolante, esaltante per le nuove tonalità e le nuove consistenze. E' solo un rossetto, un bastoncino ceroso più o meno rosso, che si passa sulle labbra, che vuoi dire di nuovo?

Sono esercizi stilistici di grande virtuosismo, che Queneau e Eco si leverebbero il cappello (il secondo lo indossava per certo, il primo non so, forse un basco alla francese; ci si leva il basco quando si omaggia una signora?)
Si passa da un registro ricco di tecnicismi iperspecialistici (contouring, strobing, per dire. Non sai che sono? Non importa, tanto sono da archiviare, la modernità si chiama all-over-matt) a suggestioni da avanguardia artistica: " ... colori piatti e immobili (ma pieni), come quelli basici della polaroid" a sparatine femmilruffiano "...è elegante e ha qualcosa di sexi, forse legato al temperamento delle donne, libere e organizzate allo stesso tempo", che corrisponde perfettamente alla descrizione che faresti di te - scegli tu se la mattina davanti allo specchio del bagno o la sera, davanti allo stesso specchio - spreco un sacco di tempo nel bagno - ma basta un po' di rossetto... un po'? "Tanto! Caricate di colore: non si mette il rossetto come fosse su da 7 ore." ... "ho visto miracoli con un rossetto color block (?) e un taglio di capelli nuovo." Un filino banale, mi manda a puttane tutto il lato intellettuale del make up ("... l'effetto bidimensionale s'ispira alle sculture di Calder ... il trittico beige rosso e nero ricorda le scritte tipografiche di Bauhuas ..." e chi più ne ha più ne metta, secondo me le redattrici aprono pagine a caso del manuale di storia dell'arte e buttano giù la colonnina settimanale sul rossetto, tanto la leggo io che so' malata e un qualche director di Dior, che cerca quante volte è citato il marchio ed è contento; ciò che conta la figura e la didascalia coi nomi dei prodotti (Quiet Revolution, Apotheosis,  Devilish...) e i prezzi, inverosimili quanto i nomi.
Tutto questo per un rossetto più o meno rosso, che, banalmente deriva da una radice che significa sangue. Che pure gli antichi se dicevano rosso non pensavano alle belle labbra delle donne o ai bei fiori del creato, ma pensavano sangue. Che sia vita o che sia guerra io non so.

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