Ancora al mare - Le vergare, il ponte di Genova e il suffragio universale

Stamattina era freschetto.
Poca gente in spiaggia. Posso seguire meglio i discorsi, senza esercitarmi in multitasking.
Inevitabilmente le chiacchiere delle  vergare sulle sediole - con annessi mariti che leggono il giornale quotidiano in piedi, che dopo ombrellone, borsamare, borsatermica, non c'era proprio modo di trascinare giù per l'erta una seconda sediola, scivolano verso i più drammatici fatti di cronaca.
"Disgraziati, con tutti i soldi che si sono mangiati ...  Gli frega a loro se casca un ponte, tanto vanno in aereo!"
Il tema, il mio,e anche il loro, se lo sapessero, è il suffragio universale. Che adesso soffia un'arietta, una corrente di quelle che ti sembrano piacevolmente fresche ma poi ti fanno ammalare, che lo vorrebbe ristretto, il suffragio, come un cachemire in lavatrice, 60° e mille giri di centrfiuga. A mio parere, nell'uno e nell'altro caso, il risultato è da buttare. Ma la metafora è fuori stagione.
Resta il fatto che le mie vergare in sediola non credo abbiano chance di superare l'esame per la patente del voto, che non sia mai detto che non siamo democratici e vogliamo mettere limitazioni di censo, di sesso, provenienza (ma del voto del sud ne vogliamo parlare?) e financo di istruzione, ma il venticello titilla con l'idea di un voto consapevole e maturo,  se riesce a crescere incanalandosi giusto vuole spazzar via il voto di pancia ( e tra adipe e gonfiori, l'hai presente la pancia ben esposta delle vergare in costume?) e un esamino preelettorale prima o poi verrà fuori, per assicurarsi che il voto sia giusto.

E le vergare a casa, a tirare la sfoglia, o, è democrazia, a scialarsela in spiagga al guazzo o a gambe larghe sulla sediola per sorreggere il ventre. A ciascuno il suo, al voto chi sa,  e, con rispetto parlando, in culo a Rousseau, al principio di rappresentanza ea qualche secolo di storia.
Ma è cosa seria e di cose serie non parlo.
Domani torno al mare, appizzo l'orecchio, e in serata riferisco.
Nei commenti, se riesco,ma sempre domani, l'etimo di suffragio, che è carino e che ha a che fare con l'ostracismo (ostracismo, quella cosa che i fautori del "suffragio culturale" vorrebbero proporre nei confronti delle mie vergare, delle quali, come un similvoltaire, continuerò a difendere il diritto alla chiacchiera, ed al voto ).




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