ALL'INIZIO FU UN COLPO DI TACCO

Gli sport hanno tutti nomi un po' scemi.
Il futbol (come con varie sfumature si chiama in gran parte del mondo) ti dice che certamente la palla con le mani non la puoi prendere, pallacanestro che se vuoi vincere la palla la devi buttare nel cesto, che per pura comodità è senza fondo, così il gioco può ricominciare velocemente, pallavolo  che la palla deve stare su, e se tocca terra è finita, il punto o l'hai fatto o l'hai subito.
Nomi puramente descrittivi, tanto che, per amore delle parole, mi viene da consigliarvi di mandare le vostre figlie a danza, termine assai più interessante, etimo bello che non viene né dai greci né dai latini, che per quanto danzassero sempre e ovunque, ma in maniera un po' grezza, con nessun virtuosismo, avevano una parola pure più bella, che racconterò in altra occasione, quando avrò una vena coreografica, uscendo da una nuvola di tulle. (.... Non resisto, lo sai che tutu significa culetto? Mannaggia a 'sti francesi!)
Ma gli sport hanno nomi così, che già dalla parola cominciano a fissare le regole. Ci sono un sacco di regole nello sport, manuali interi di regole, ma per fortuna non le devi rispettare per forza e se non le rispetti è fallo, e il fallo fa parte del gioco.
A me piace il calcio. Noi italiano abbiamo il calcio e non il futbol, che Mussolini con l'autarchia linguistica ci ha ampliato, o ristretto, fai tu, il lessico. Io mi ricordo di vecchi col tressette al bar che parlavano di offside, loro sì immaginifici, che la partita la sentivano alla radio e valla a sapere la posizione esatta al momento del lancio. A me piace il calcio perchè è una meraviglia di geometria contronatura. Mi piace perchè non è istinto o intelligenza, è fede e movimento. Fede nel movimento. Che l'avversario butta palla in avanti e non per istinto, che per istinto la rincorri, non per intelligenza, che tu fermeresti quell'attimo per verificare la posizione della linea, ma per pura fede fai un passo indietro, e freghi l'attaccante che scatta in avanti. Che pure lui ha le sue strategie per fregarti, e chi ha più fede la vince. Non è istinto, è posizione. E' movimento ordinato, mai perfetto (se no sarebbe sempre zero a zero diceva Brera) e lo spettacolo è tutto lì, nell'errore, nel fallo (nel fallo mancato), nella disparità. Con apprezzabile potenza si fa un lancio di cinquanta metri con la fede che il movimento, la geometria disegnata porterà la palla sulla testa del compagno che al momento è venti metri più indietro. Che è futbol, ma si gioca con tutto il corpo. Personalmente ho una predilezione per i gomiti utili assai per trovare la posizione quando altri vorrebbero occuparla.
A me piace il calcio, spettacolo e liturgia, ma non metafora, che quella è solo retorica appiccicata. Se l'Italia non è ai mondiali non è politica, è materiale umano. Che c'è il movimento e ci sono gli uomini e se ti manca l'uno e gli altri sei fottuto. Che se risali e risali, nell'etimologia della parola calcio, c'è il movimento ... una radice indoeuropea KAL (che sinceramente non so se c'entri davvero, ma facciamo di sì) che indica "muoversi intorno": Più vicino, e più certo, calcio deriva dal latini CALX, calcagno, tallone. E lo sai che i virtuosi del pallone il colpo di tacco ce l'hanno in repertorio, insieme a doppi passi, biciclette e tikitaka, tutte quelle danze che innervosiscono l'avversario. Già l'hai capito che io tifo per lui, il difensore lento e un po' rude che vede piedi mulinare e la palla irraggiungibile. E allora si butta e affonda i tacchetti. Sulla tibia. Mica per forza a far male, una mano in faccia, una cintura, quel che si può. E' fallo. E' contemplato. Ci sono conseguenze, è la regola. Pazienza.
Ma non lo fa quasi mai - per fortuna - il lento difensore. Perchè il calcio è contronatura e contro l'istinto. Ma Gentile fermò Maradona, e Benetti, che cazzo gli vuoi dire a Benetti?! - diceva al bidello il mio raffinato professore di logica. Ero, immaginerai, innamorata di lui, e mi piace il calcio, figlio del calcio fiorentino.

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