Un'allegra etimologia, che ti aspettavi?




Allegria di naufragi
E subito riprende
il viaggio
come 
dopo il naufragio
un superstite 
lupo di mare.
Ormai ho capito che è una subdola operazione quella che quotidianamente conduce il mio allegro Galassi. , insinuando la parola giusta nella conversazione,certo della mia sensibilità. Egli confida che, presa da entusiasmo etimologico, seguirò la parola, tralasciando di seguire i casi suoi. Pure, frequenta i ristoranti, e sa che ogni donna seduta a un tavolo qualunque, mentre conversa coi suoi commensali, contemporaneamente segue movimenti e discorsi dei tavoli dintorno, per cui, essendo femmina comune, mentre allegramente compulso e scrivo, cionondimeno mi occupo, allegramente, certo, delle vicende dei lontani lidi. 
E così, quotidianamente, riprendiamo il viaggio, il lupo di mare cala le esche, io abbocco, e allegramente naufraghiamo, e il naufragar m'è dolce ... 
Che l'allegria, puoi pensare che sia leggera, e certo sì, ma richiede impegno.
Allegria viene dal latino alacer, alacre. E in italiano alacre è laborioso, operoso, scrupoloso, attento, impegnato.
L'alacre ape operaria incessantemente raccoglie polline, sugge nettare e va e viene e va e viene.
L'alacre studente è volonteroso e costante.
L'alacre è attivo, pronto (e la radice, cui ormai sei abituato, AL - indica movimento, verso l'alto)
L'allegria è movimento, è dei bambini che non stanno mai fermi, che si impegnano e sudano (quanto sudano, i bambini!) e ridono come scemi.
Voglio dire, con l'etimologia, che l'allegria certo è leggera ed è lì che ti aspetta, ma non ti salta in bocca, ti devi impegnare, alacre vivace veloce e operoso, per trovarla. Devi fare cose, costantemente, per stare allegro, per fare allegria (ci vuole tutto un curriculum di allegria), devi fare festa seriamente,ogni giorno, mica cazzate, se vuoi stare allegro.
E la vuoi un'altra poesia sull'allegria? Non è un capolavoro, magari, ma l'autore era un figo, te lo racconto alla fine:
Difendere l’allegria come una trincea
difenderla dallo scandalo e dalla routine
dalla miseria e i miserabili
dalle assenze transitorie
e le definitive
difendere l’allegria come un principio
difenderla dallo stupore e dagli incubi
dai neutrali e dai neutroni
dalle dolci infamie
e dalle gravi diagnosi
difendere l’allegria come una bandiera
difenderla dal fulmine e la malinconia
dagli ingenui e le canaglie
dalla retorica e gli arresti cardiaci
e dalle endemie e dalle accademie
difendere l’allegria come un destino
difenderla dal fuoco e dai pompieri
dai suicidi e dagli omicida
dalle vacanze e dall’oppressione
dall’obbligo di essere allegri
difendere l’allegria come una certezza
difenderla dall’ossido e dalla rogna
dalla famosa patina del tempo
dalla trascuratezza e dall’opportunismo
dai ruffiani della risata
difendere l’allegria come un diritto
difenderla da dio e dall’inverno
dalle maiuscole e dalla morte
dai cognomi e dalle compassioni
dall’azzardo
e anche dall’allegria.
Mario Benedetti era un poeta uruguayano, un socialista, un mezzo Tupamaro, costretto all'esilio (mannaggia, sempre le stesse parole ...) che teorizzò il desexilio: l'esilio è qualcosa che qualcuno sceglie per te, che sei costretto a fare, il desexilio è una tua libera scelta: egli scelse, finendo i suoi giorni tra Spagna e Uruguay, un semidesexilio. Ho letto la sua poesia e da femmina multitasking, ho pensato che mi serviva per la mia etimologia e per i casi altrui. E mi ha messo allegria.
E nella foto ci metto Roge perchè è alacre e allegro, e perchè richiedendo anche lui alacre impegno, dà allegria. 

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