Il blog, Duccio da Buoninsegna, Pinocchio e il mare. Con una ricetta, se vuoi

Blog, se lo scrivi, fanne pure l'etimologia, dice.
Dice e io faccio, perchè già immagino un b - da accertare +  log, il logos, coi greci barbuti che mi attendono al varco, maledetti filosofi, e "in principio era il logos"," in principio era il verbo" del Vangelo, e pensa che nobile origine avrebbe potuto avere la mia paginetta, il mio discorso.
Parla con le mani, come un Cristo bizantino che unisce in un anello pollice e anulare,  come un angelo nunziante con anulare e mignolo piegati, i gesti che indicano il discorso, la mano parlante, che nulla è a caso nell'iconografia sacra.
Ma no, Cristina, vola basso, che c'entra solo un pezzo di legno.
" No ragazzi,avete sbagliato. C'era una volta un pezzo di legno"
(parte per la tangente con Pinocchio, e Paolo Poli, noo, non pensate a Benigni, bugiardo ma non come un Pinoccho, e nemmeno a Comencini, che era il nonno di Calenda e gli si è impresso, poveretto, lo stigma retroattivo - no si ferma, Cristina)
Il ciocco di legno è il log originario e la storia è interessante, allora la comincio dal principio.
Blog, contrazione di web - log, registro sul web (da cui anche log in e log out, loggarsi ecc.). Il we cade (e dopo se mai ci invento una storia) e resta il blog, che io scrivo. Il logbook era il registro di navigazione, il diario di bordo, che registrava i dati di navigazione, tra cui la velocità di crociera, che si misurava, meravigliosa inventiva, con un log, un pezzo di legno.
Si buttava a mare un pezzo di legno legato a una corda con nodi a distanza regolare, si contava quanti nodi erano scorsi in un a data unità di tempo e si calcolava la velocità (non ho capito ma è così, tant'è che ancora la velocità delle imbarcazioni si misura in nodi) che poi si annotava sul registro che pper metonimia prende il nome di log. E il gioco dell'etimo è fatto. E' difficile? Vabè, non si deve mica capire tutto, io mica lo capisco, ma mi basta il gioco. (ah, l'aggeggio col legno e la corda annodata si chiama solcometro, ci metto la figura)
E allora continuo a giocare sul we caduto del web. Che we, in inglese vuol dire noi, e mi chiedo perche debba cadere, quando potrebbe col suo essere collettivo e plurale indicare la dimensione social della rete e del blog in particolare. Perchè, se devo trovare una risposta, il blog narrativo è fondamentalmente autistico, chi scrive scrive da sè, nella camerretta, testa,tastiera e monitor, condivide, certo, ma con fastidio, che gli altri o non lo seguono, o se lo seguono non lo seguono abbastanza e gli danno l'ansia, perciò niente we, il we cade, e you siete inadatti e non capite.Di solito il redattore di blog dopo un po' si stufa, frustrato e lascia perdere, e se persevera è proprio autistico grave.
 A meno che non sia un blog di cucina. Il blog di cucina va sempre, e con le ricettine il pubblico non manca, domanda, commenta e condivide.
Allora ci metto la pasta al forno, hai visto mai ...
Per la ricetta, chiedere nei commenti.


Commenti

  1. A me la pasta al forno nun me piace. però s enon ti chiedo la ricetta so che ti avvilisci. e se non scrivi più le tue sciocchezze mi avvilisco pure io, che mi piace leggerle. Per cui: ti prego, ricetta.

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    1. Però a tutto schermo è bella, un po' bruciata ma bella, e a me il bruciaticcio piace. Ecco, la ricetta è questa, fate la pasta come di consueto, poi lasciatela in forno quei 5 minuti di troppo.

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